E’ sempre più spesso che sento dei pistolotti assurdi e allucinanti sugli uffici stampa nel calcio, la cosa paradossale è che sento giudicare il lavoro delle persone che svolgono questo ruolo da persone di una certa età che vorrebbero rivivere quel calcio di 20 anni fà.
E non è che gli do torto, per carità anche a me piaceva vivere negli anno 80 ma purtroppo siamo nel 2020 e per quanto io possa essere nostalgica devo ammettere che la vita è andata avanti, la comunicazione è cambiata, il calcio anche, cosi come la nostra società. Il punto cruciale per i giornalisti che lavoravano negli anni 80 è il non poter entrare e uscire dagli spogliatoi, accompagnare i giocatori a casa, avere esclusive che oggi per la quantità di giornalisti, di testate e anche un pò per colpa dei social non si possono più avere.
A quanti adesso mi diranno che non sono obiettiva perché sono stata in prima persona Direttore della Comunicazione di una squadra di serie a vorrei spiegare un pò come funziona all’interno di una società.
Una volta le testate sportive importanti erano 3 poi c’era qualche giornalista di quelli bravi qualche inviato e stop. Oggi ( prendendo ad esempio la piazza romana) solo le radio che fanno calcio sono circa una decina, i siti internet nemmeno si contano, e tra giornali, televisioni nazionali e quelle private in una conferenza stampa o in zona mista ti ritrovi circa una 50ina di persone, se va bene. E siccome tutti sono iscritti all’ordine e sono testate giornalistiche il trattamento dovrebbe essere uguale per tutti (per legge) .
Voi ora pensate se gli uffici stampa permettessero, alla fine di una partita, a tutta questa gente di entrare negli spogliatoi o di poter accompagnare un giocatore a casa come succedeva a Pruzzo con Lieldhom inizio anni 80.
Per non parlare poi che oggi le società come da regolamento cedono i diritti e quindi piaccia o meno c’è chi per diritto deve avere dei servizi che gli altri non possono avere. Ovvio che a quelli che non hanno la possibilità di acquistare i diritti può dar fastidio ma non è una scusa per giudicare il lavoro di chi per le società si occupa della comunicazione. Insomma lo trovo stupito criticare chi è li per fare il proprio lavoro, liberissimi invece di criticare come quel lavoro viene fatto .
Insomma credo personalmente che i giornalisti che criticano i colleghi siano sul gradino più basso di una categoria che non ha più idee, che è alla ricerca dello scoop a tutti i costi, della notizia inventata solo per punto preso. Ci sono tanti modi per fare giornalismo anche senza avere a disposizione Ronaldo o Totti.
L’ufficio stampa è diventato ormai un lavoro, c’è gente che studia, sono risorse per le società, non vedo perché solo nel calcio dovrebbero essere aboliti.