Prosegue purtroppo il triste tour delle intimidazioni ai giornalisti. Secondo noi di Politicanews si parla troppo delle aggressioni da parte di no vax, usando tra le altre cose un aggettivo sbagliato, e si parla troppo poco di aggressioni da parte di odiatori seriali a scapito di una categoria come quella dei giornalisti , categoria che dovrebbe essere libera e che troppo spesso invece viene percepita come infame, venduta o a busta paga di chissà chi.
Dopo le aggressioni a Roma e Trieste durante le manifestazioni contro il green pass e quelle in Puglia nei giorni scorsi, l’ultima notizia arriva dall’Umbria. A Perugia una cronista de Il Messaggero, Antonella Manni, si è ritrovata delle scritte minacciose e ingiuriose fuori dalla sua abitazione. “Giornalisti, infami, chiacchieroni, vere vipere, velenosi, spoletini, falliti, venduti” recitava la scritta su un cartello trovato dalla giornalista davanti casa sua. Di questi fatti si parla tanto e ovunque come fosse diventata una moda.
Per giustizia di cronaca, invece, dobbiamo anche dire, cosa che purtroppo di questo periodo non fanno in molti , che i giornalisti sono la categoria più insultata non solo in periodo di pandemia. Tanti episodi li abbiamo visti anche rivolti a giornalisti sportivi da tifosi di squadre, piuttosto che contro giornalisti di cronaca o politica. Insomma pensare che il giornalista sia il male del mondo sembra sia diventato l’hobby degli imbecilli.
Ricordiamo che solo nel 2020 sono avvenuti 83 episodi di minacce nei primi cinque mesi la metà dei quali (circa) via web e social, con una impennata in confronto agli anni precedenti e con una prevalenza di casi legati ad ambiti “socio-politici” (37), rispetto a quelli collegati alla “criminalità organizzata” (10) e ad altri vari contesti (36). Venti i giornalisti che attualmente vivono sotto scorta, per tre dei quali è stato disposta una vigilanza “secondo livello” (appena sotto quello previsto, ad esempio, per il presidente del Consiglio).
Un trend di violenza in costante crescita quello evidenziato dal Servizio Analisi Criminale: nei primi tre mesi del 2021 sono stati già registrati 63 episodi (+50% rispetto al primo trimestre 2020), in quasi un caso su due (42%) arrivati tramite web. Lazio, Toscana, Lombardia, Sicilia, Puglia ed Emilia Romagna le regioni più colpite (con 45 casi su 63, pari al 71% del totale). Le donne l’obiettivo privilegiato degli odiatori, con tutto quello che questo comporta in termini di insulti e minacce di tipo sessista.
In altri casi le intimidazioni vengono espresse direttamente sulle pagine online dei quotidiani come commenti agli articoli del giornalista minacciato.
Tra i giornalisti casi noti sono quelli di Sigfrido Ranucci, Francesca Barra, Federica Angeli, Antonella Napoli, Asmae Dachan, Karima Moual, Carlo Verdelli, Paolo Berizzi insomma la lista potrebbe continuare per pagine e pagine…
Se poi ricordiamo che nel 2017 Dopo aver pubblicato un’inchiesta sugli interessi del clan locale nel Basso Salento, la giornalista Marilù Mastrogiovanni, direttrice della testata online “Il tacco d’Italia”, è stata minacciata da un consigliere comunale di Casarano che in una serie di commenti su Facebook, sotto al link dell’inchiesta, Gigi Loris Stefàno ha rivolto insulti alla cronista e poi ha aggiunto: “Dimmi dove sei che sto venendo” ci accorgiamo che forse servirebbe un vaccino per il cervello di chi si fa portatore di odio seriale.
Quindi dati alla mano il problema non sono i no vax, non è il green pass , i vaccini , il vero problema è culturale. L’errore più grave sarebbe la sottovalutazione e la banalizzazione delle minacce, che vanno contrastate sul nascere per scongiurare un’escalation di violenza che purtroppop è già troppo lunga.
Lasciamo rispondere alla storia: vi fu un tempo in cui l’Europa formava nella sua unità, un tutto compatto, e in mezzo a molte debolezze, e malgrado tutte le deficienze umane, era per essa una forza: per mezzo di questa unione, compiva grandi cose. Ci auguriamo che venga scoperto un vaccino contro la ” deficienza” delle persone.
articolo di Politicanews.it