Dopo la sfuriata, dopo il gelo della conferenza stampa di Garcia il risveglio nella capitale è meno nero di quello che forse i giornalisti si aspettavano. Buona parte dei tifosi è con la società, e se Garcia vuole andare vada. Nessun rimpianto, la storia insegna che gli allenatori passano i colori restano. La juve è fuori concorso, le parole di Garcia non lasciano spazio nemmeno alla speranza di poter lottare. E se non c’è speranza, non c’è nulla. Sembra essere d’accordo Pallotta che incontrerà Garcia giovedi prossimo, sembra non essere cosi d’accordo il resto della società. Ma quello che conta infondo è il presidente, e se nemmeno il presidente ha l’ambizione di vincere allora forse la speranza vera è solo quella del secondo posto. Un secondo posto a tanti punti dalla prima o un secondo posto giocandoselo con chi ad inizio stagione doveva arrivare a metà classifica. Qualcosa di diverso c’è.
L’obiettivo della roma non è mai stato lo scudetto. E qui c’è un problema di fiducia o di normalità, perchè i tifosi le parole di Garcia se le ricordano. E se le ricorda Sabatini che forse non era cosi d’accordo nell’esternare tanto ottimismo, lui la piazza di Roma la conosce bene. Lui che oggi alla domanda sul mercato “sorride”.
La verità è che, forse, i due cosi in sintonia non sono mai stati. Che giovedi, fuso orario permettendo, in sala stampa scenderà proprio il direttore sportivo. Per dare l’addio o per confermarsi, questo è il dubbio. La certezza è che il matrimonio, poco convinto dall’inizio, non può andare avanti. Uno nel dna ha la vittoria, l’altro la rassegnazione ad una Juventus irraggiungibile “Perchè i tifosi non vanno illusi”.
Insomma giovedi ne rimarrà uno solo, perchè l’alternativa sarebbe il replicarsi di una stagione fallimentare come questa, non tanto fallimentare nel secondo posto quanto fallimentare in un gioco che non c’è stato mai, non cè stata nemmeno la possibilità di lottare in un campionato di livello scarso. Il secondo posto è arrivato in extremis, come vincere lo scudetto alle 19.