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Si chiama Giuseppe Meloni, è nato a Nuoro trent’anni fa e da quest’estate veste la maglia dell’Unicusano Fondi Calcio, formazione laziale che milita nel girone H di Serie D e sogna una storica promfoto_474694_550x340ozione in Lega Pro unica.

Da quattro anni è il cannoniere più implacabile del calcio dilettantistico: segna un gol ogni ora e non è mai sceso sotto i venti gol. Lo score parla per lui: 101 reti in 132 incontri disputati in Serie D (74 in 101 incontri dal settembre 2012 ad oggi). Con le sue marcature ha contribuito in modo decisivo alle promozioni in Lega Pro di Torres, Savoia ed Akragas. Non solo è prolfico ma anche decisivo, visto che le uniche tre sconfitte del Fondi sono maturate nelle uniche gare in cui il bomber sardo è rimasto a secco

Quest’anno, per dire, ha segnato 19 gol in 13 partite.

Gli attaccanti più prolifici della stagione in corso

Una costanza che gli avrebbe dovuto regalare la chance di giocare in una categoria superiore.

In realtà un’opportunità l’ha avuta ma non l’ha saputa cogliere: “Se potessi tornare indietro non rifiuterei la proposta di contratto del Cagliari nel 2009. Ero reduce da una stagione da 27 gol con l’Arzachena in D e su di me avevano messo gli occhi anche qualche club di A e B. Il Cagliari mi propose di andare in ritiro e poi di vedere se potevo far parte della squadra o andare a maturare in prestito. Io però avevo già dato la mia parola alla Spal e non me la sono sentita di venir meno ai patti. Lì la mia storia è cambiata perché a Ferrara dopo un buon inizio mi spaccai il ginocchio e quando tornai non ebbi più spazio né grande fiducia”

“Un avvio di stagione così non l’avevo mai avuto e ha sorpreso anche me – confessa Meloni in un’intervista a Eurosport – ogni pallone che tocco in area di rigore finora è andato a finire in rete”.

Nelle ultime 9 giornate l’attaccante nuorese ha segnato due triplette e cinque doppiette, una media che nbel calcio che conta hanno solo Messi, Cristiano Ronaldo, Lewandowski o Ibrahimovic anche se l’idolo di Meloni è un altro: “Mi sono sempre ispirato a Pippo inzaghi per la fame e la grinta che metteva sul campo e sprigionava ogni volta che esultava per una rete anche sul 5-0. Io con le dovute proporzioni sono un attaccante che interpreta il ruolo allo stesso modo. Mi piace aggredire la profondità e ho una buona progressione che mi permette di bruciare le difese, me la cavo nel gioco aereo, anche se sono destro so calciare anche di sinistro ma soprattutto ho un buon istinto nell’intuire dove potrebbe andare il pallone vagante e prendere il tempo ai difensori. Sono un centravanti opportunista che in campo si sforza di dare sempre tutto e in un certo senso vive per il gol”.

Niente male per uno che ha iniziato a giocare a calcio a 13 anni e in estate fino a qualche anno fa aiutava il padre fabbro a montare cancelli. Un attaccante con una voglia pazza di segnare e che a trent’anni non smette di sognare: “Prima di ritirarmi vorrei poter giocare in A o in B per indossare la maglia numero 55 e mantenere una vecchia promessa che feci ai miei genitori che sono nati entrambi nel 1955”. ha detto nell’intevista a Eurosport.

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