Non c’è il diritto ad avere un figlio. C’è l’opportunità di concepirlo, allevarlo, educarlo, amarlo, adottarlo. Nessuno ha il diritto a priori ad un figlio, un figlio non è una proprietà o una dote. Un diritto a priori e a prescindere alla genitorialità non ce l’hanno e non ce lo devono avere nè gli eterosessuali nè gli omosessuali. I primi spesso se lo arrogano quel diritto quel diritto che non c’è. I secondi ora vorrebbero fare altrettanto. E invece un figlio è un’opportunità,
non un diritto.
La legge deve favorire le opportunità, nell’interesse del singolo e nell’interesse generale. Il singolo il cui interesse va tutelato non è la coppia gay e neanche quella etorosessuale, il singolo è il bambino /a .
E il suo interesse singolo coincide con quello generale.
Quindi nessun diritto e nessun divieto a priori e a prescindere di adozione, si esamini e si giudichi caso per caso. Con l’aggiunta, postilla che sarebbe ipocrita non esplicitare: il matrimonio gay riguarda in fondo due adulti consenzienti, può perfino essere orpello o moda ma se c’è non salva il mondo neanche lo rovina, nemmeno quello piccolo della coppia gay. L’adozione di un bambini invece riguarda un’esistenza che non può decidere e formarsi in autonomia.
Se occorre esser cauti e esigenti nell’affidare un bambino a una coppia uomo/donna, occorre essere due volte, tre volte cauti nell’affidare un bambino a una coppia gay. Se poi questa coppia gay grida che avere un bambino affidato le spetta di diritto come riconoscimento della società del loro pieno diritto ad essere gay, allora non occorre più altro che un secco no. Per manifeste ragioni di opportunità e non per ragioni di diritto.