Notte di ordinaria follia a Napoli dove due giovani 16 e 17 anni tentano di rapinare un carabiniere in borghese. A volto coperto gli puntano la pistola (che poi si è rivelata un’arma giocattolo, replica di una Beretta 92) contro il finestrino nell’intento di impossessarsi dell’orologio Rolex. Il militare ha spiegato di essersi prima qualificato, avvertendo l’aggressore di essere un carabiniere e di aver sentito anche “scarrellare” la pistola; a quel punto ha estratto la sua arma di servizio, sparando tre colpi. La famiglia di Ugo questo il nome del 16enne ora chiede verità e giustizia. Non prima di essersi recata al pronto soccorso dove era ricoverato il ragazzo complice e aver devastato l’ospedale tanto che il servizio è stato sospeso e i pazienti sono stati trasferiti nei reparti di altri ospedali. La sera successiva sono stati esplosi 4 colpi di pistola ad altezza d’uomo contro la sede del Comando provinciale dei Carabinieri di Napoli mentre nella caserma si trovava il 17 enne complice del tentativo di rapina. La famiglia ora vuole giustizia.
Giustizia? Accertato che il minore impugnava una replica di pistola in metallo, identica a quella vera, con il volto coperto da un passamontagna e che era buio, e che ha tentato di rapinare una persona, accertato questo mi chiedo se il padre che oggi chiede giustizia si fosse trovato in casa un rolex frutto della rapina del figlio lo avrebbe denunciato alle forze dell’ordine restituendo l’orologio o gli avrebbe dato una pacca sulla spalla dicendogli “bravo”?
Il 16enne ha scelto di rapinare un ragazzo e di puntare una pistola, le conseguenze sono i rischi di un “mestiere” come quello del rapinatore. Ti può andare bene, cosi come ti può andare male. Se avesse fatto l’imbianchino o semplicemente se fosse stato a casa perché a sedici anni il giorno dopo dovresti essere sui banchi di scuola non sarebbe morto.
E non facciamo retorica, non c’è bisogno che lo dica qualche politico: se fai il rapinatore sai quali sono i rischi. E se i tuoi parenti e mezzo quartiere assaltano un ospedale e sparano contro una caserma vuol dire che la camorra vuol dettare legge, e lo stato non può accettarlo.
Il padre del ragazzo ha posto una domanda: “Io non so se mio figlio stava rapinando quell’uomo. Ma questo vuol dire che chi fa una rapina può essere ucciso da un carabinieri?”
Si caro signore, la risposta è si.
E le dirò di più anche se non fosse stato un carabiniere ma una persona normale e avesse usato le mani per difendersi o un qualsiasi oggetto a portata di mano le risponderei sempre si.
Ognuno di noi, anche a sedici anni dovrebbe saper distinguere tra il bene e il male e caro signore una rapina a volto coperto con una pistola (seppur finta) è il male. Invece di chiedere giustizia per suo figlio dica apertamente che ragazzi che fanno queste cose sono delinquenti.
Perché se sei grande per fare una rapina sei grande anche per capire che di rapina si può morire.
il mio articolo per #RadioRadio